Il mistero dei Giganti di Pietra di Campana

Le Gambe

Giganti di Pietra di Campana, detti anche Pietre dell’Incavallicata, sono due formazioni rocciose, ritenute essere in realtà sculture megalitiche, nei pressi di Campana nel parco nazionale della Sila. (LA STORIA)

Le grotte

La prima statua, chiamata “Elefante” è alta 5,5 m e potrebbe rappresentare un elefante da guerra o un Palaeoloxodon antiquus. La seconda, alta 7,5 m, è invece mutila nella parte alta ma sembrerebbe rappresentare le gambe di un essere umano ed è stata pertanto ribattezzata “Ciclope” o anche “Guerriero Seduto”. Al di sotto le statue sono state scavate. 

Il mistero dei Giganti di Pietra di Campana

Luogo incontaminato, da sempre terra di grande fascino e mistero, racchiude ancora oggi al suo interno una storia antica a tal punto da riscrivere la storia del genere umano, a testimoniare ciò è un monumento; i giganti in pietra di Campana, piccolo paesino protetto dai boschi nel cuore della Sila cosentina.

Il sito dell’Invallicata posto a 600 mt d altezza nelle montagne della sila è una zona salvaggia e incontaminata , che vede al suo interno ergersi due megaliti : ”I Giganti dell’Invallicata’ o ‘Giganti di Campana’ uno dalla forma di elefante seppur eroso da secoli di agenti atmosferici, l’altro dalla forma che ricorda un guerriero, o da alcune prospettive un uomo seduto su un trono.

Definita dal molti la Stonehenge della Calabria , il sito dell’invallicata da sempre ha attirtato a se un gran numero di storici, geologi e appassionati di storia antica ma anche di miti e leggende.

Ad interessarsi a questi megeliti in particolar modo è stato ed è l’architetto Domenico Canino. Secondo quest’ultimo infatti le “sculture” siano entrambe dovute all’opera di uomini preistorici, ad una specie di artigiani-artisti che non fecero altro che rappresentare, quasi per ringraziamento, un Elefante sicuramente presente, è sempre Canino che lo sostiene, in Sila e a sostegno di ciò egli cita i recenti ritrovamenti, settembre-novembre 2017, di vari resti fossili di un Elephas Antinquus sulle rive del Lago Cecita apparse alla vista di visitatori casuali per il ritiro delle acque durante la scorsa estate.

A rafforzamento della sua teoria,  egli ricorda che l’esemplare rinvenuto lungo il Cecita è proprio del tipo raffigurato a Campana: a conforto di ciò egli ricorda le misure dell’elefante di pietra e dei resti messi al sicuro durante gli scavi e ora sottoposti a nuove indagini scientifiche più approfondite e a studi appropriati presso l’Università del Molise. Le misure dell’elefante di Campana, alto m 5,80, coinciderebbero con quelle ipotizzate dai primi esami dei fossili provenienti dal Cecita: alto al garrese circa 4 metri e con le zanne lunghe circa tre metri. “Quasi il gemello dell’elefante di Campana” ha affermato il Canino in una recente intervista. Tra l’altro la distanza tra le rive del Lago Cecita e la località Incavallicata è soltanto di pochi chilometri in linea d’aria.

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