Il culto di Hera Lacinia nel Crotonese - I Santuari del Crotonese, il Santuario di Hera Lacinia (Parte IV)

Il santuario di Hera Lacinia di Capo Colonna, dipendente dalla città di Crotone antica, fu uno dei santuari più noti della Magna Graecia dall’età arcaica fino al IV secolo a.C., finché cioè fu luogo della lega Italiota prima che si spostasse a Taranto.
Il sito del santuario era in una posizione strategica lungo le rotte costiere che univano Taranto allo stretto di Messina, su un promontorio chiamato anticamente Lacinion, che diede anche l’epiteto alla dea venerata, Hera Lacinia. Il nome odierno invece ricorda le rovine del tempio (con l’ultima “colonna” in piedi), mentre il nome usato fino all’epoca moderna, “Capo Nao”, altro non è che una contrazione del greco naos, che significa appunto tempio.
Il santuario era stato edificato alla fine del VI secolo a.C. ed era anche chiamato di Hera Eleytheria, come resta testimoniato da un’iscrizione sul cippo del Lacinion, al Museo archeologico nazionale di Crotone. Nel XVI secolo fu quasi completamente saccheggiato per riutilizzare i materiali da costruzione.
Il complesso era composto da più edifici, dei quali sono oggi visibili alcuni resti. Il tempio vero e proprio era proteso verso il mare, di ordine dorico, con sei colonne sulla facciata (esastilo).
Il tempio vero e proprio aveva la classica forma dei templi greci: un imponente complesso di 48 colonne in stile dorico alte oltre 8 metri e costituite da 8 rocchi scanalati. Il tetto era di lastre di marmo e tegole in marmo pario. Nulla si sa delle decorazioni che, però, erano certo presenti, come si può dedurre dal ritrovamento di una testa femminile in marmo della Grecia e pochi altri frammenti. La colonna, in stile dorico, fino al 1638 era affiancata da un’altra caduta per un terremoto e poggia sui pochi resti del possente stilobate.

Il Santuario di Hera Lacinia

Il grande santuario extra-urbano dedicato a Hera Lacinia è di certo, tra le aree sacre del mondo ellenico di epoca arcaica, il più importante della Magna Grecia. (LA STORIA)

Colonna superstite

L’area archeologica di Capo Colonna è un sito archeologico statale situato in località Capo Colonna, vicino Crotone. (LA STORIA)

il Santuario di Hera Lacinia (Parte IV)

Il Santuario di Hera Lacinia rappresenta il luogo di culto assoluto per Crotone e tutto il comprensorio. Livio ricorda come fosse famoso e venerato per le sue ricchezze e i doni che riceveva dai pellegrini[6]. Circondato da una certa aura sacrale e non estraneo ad aspetti prodigiosi. Era asilo tra i più importanti del Mediterraneo e più famoso della città stessa cui era legato, Kroton appunto. Il culto della dea fu il maggiore per la città e assolveva gran parte delle funzioni civiche, politiche e sociali. Qui, ancor più che a Krimisa, il mito, le tradizioni, gli eroi e i riti si intrecciano in modo indissolubile. Il Lacinio è da sempre teatro di tante storie e tradizioni cultuali che, anche se difficili da decifrare, non fanno altro che accrescere il prestigio e l’importanza del luogo. La chora crotonese rappresentava una delle più importanti città della Magna Grecia e la sua potenza doveva riflettersi per motivi religiosi ma anche competitivi con le altre colonie, anche sul suo Santuario che era imponente e fastoso. Qui viveva inoltre una popolazione molto numerosa che andava crescendo a dismisura nei periodi di festa e durante le celebrazioni religiose. Intorno al tempio invece si trovavano le abitazioni dei sacerdoti. L’importanza del luogo si rifletteva anche su fattori commerciali. Qui infatti si recavano pellegrini da ogni parte e questo non poteva che avere una ricaduta positiva sull’economia crotonese. La risonanza posseduta dal tempio di Hera Lacina insomma era tra le maggiori del Mediterraneo. Il fatto che oggi dell’antico Santuario sia rimasto ben poco, su tutte una sola splendida colonna dorica, rappresenta da una parte una grave mancanza, artistica e archeologica per una ricostruzione più precisa della storia sociale e religiosa della città, ma dall’altro contribuisce a creare uno degli angoli archeologici a mio avviso più belli e affascinanti d’Italia. Questa mancanza non impedisce di percepire l’imponenza e la sacralità del luogo. Visitando oggi il promontorio si viene quasi immersi in un’atmosfera mitica e lontana a cui contribuiscono sicuramente anche la posizione geografica del luogo e tutti gli altri elementi che fanno da cornice ai resti dell’antico santuario: alla sinistra della colonna è ammirabile un faro, ancora funzionante, mentre alla destra si trova una piccola chiesa cristiana, anch’essa custode di ricchissima storia. Il fascio di luce del faro richiama all’attenzione dei naviganti la pericolosità di quel tratto di mare, così insidioso eppure affascinante e, a chi lo osserva dalla città, sembra quasi ricordare che lì, da quelle alture isolate e ventose la grande dea osserva e protegge ancora i crotonesi un tempo a lei così devoti. Alla destra della colonna dorica si presenta appunto una piccolissima chiesa cattolica dedicata alla S.S. Maria Vergine. Parlare di questo Santuario, diverso rispetto a quello legato al culto greco, e praticamente inglobato geograficamente in esso, diventa assolutamente indispensabile. Per quanto piccola nel senso fisico del termine, la presenza di questa chiesetta dedicata alla Madonna si dimostra di grandezza assoluta per quanto riguarda la storia della religione crotonese che, per quanto ricca e affascinante, a mio modesto avviso non si slega poi tanto dalla primordiale fase pagana della colonia achea, incentrata sul culto di Hera.

(CREDIT: LA PROVINCIA KR)

IL DIADEMA DI HERA LACINIA

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