Alla scoperta di Aceronthia

Giornata del 18 Febbraio 2021 insieme ad altre associazioni alla scoperta nel sito di Aceronthia

Alla scoperta di Aceronthia

Appena arrivati nel sito non si resiste al fascino, all’energia che questo paesino ormai disabitato emana. 

Acerenthia (più correttamente Akerentia o Acheronthia, chiamata ora Cerenzia vecchia; Acherenthia, Αχερενθία in greco antico) è un borgo abbandonato posto sul territorio di Cerenzia (KR). Il borgo venne abbandonato nel 1844.

Il paese ha avuti vari nomi, in base alle vari influenze storiche del tempo, fra le quali il greco “Akerontia” (dal nome del fiume Akeronte / Acheronte, attuale Lese) e in età altomedioevale “Akerentia”, poi Acerentia, da cui deriva l’attuale Cerenzia.

Come ogni antica città l’origine della sua fondazione si perde tra miti e leggende, secondo Strabone (geografo, filosofo greco) venne fondata da Filottete, una figura della mitologia greca, figlio di Peante e Demonassa. Famoso arciere originario della penisola di Magnesia, possedeva le frecce e l’arco di Eracle, donati a lui (o al padre Peante)da Eracle stesso, che voleva in tal modo ringraziarlo per aver appiccato il fuoco alla sua pira sul monte Eta.

Secondo Stefano di Bisanzio(geografo bizantino) invece fu fondata dagli Enotri  un’antica popolazione dell’Italia preromana stanziata, attorno al XV secolo a.C., in un territorio di notevoli dimensioni, che da questi prese il nome, Enotria (dal nome di Enotro figlio di Licaone), comprendenti il Cilento, parte della Basilicata e la Calabria. Dionigi di Alicarnasso disse che gli Enotri furono i più antichi colonizzatori provenienti dalla Grecia.

Dal 1080 al 1818 raggiunse la popolazione di 7.000 abitanti ma a seguito di alcune epidemie e di eventi calamitosi cominciò a subire forti emigrazioni da parte della stessa popolazione. La peste del 1528 arrivò a dimezzarne la popolazione poiché alle numerose vittime si sommò una forte emigrazione verso i vicini paesi di Caccuri e Casino, e nella Sila a San Giovanni in Fiore. La popolazione scese drasticamente fino a raggiungere poche centinaia di abitanti. Nei secoli successivi, due terremoti ne decretarono la fine. Il primo nel 1638, che portò ad un’altra consistente emigrazione dopo che il paese era ritornato a ripopolarsi. Il secondo nel 1783, uno dei peggiori terremoti che la Calabria ha subito nel corso dei secoli, che fu talmente catastrofico per quanto riguarda la distruzione urbana della cittadina di Acerenthia, da far decidere a molti abitanti di edificare un nuovo paese sul colle che si stagliava sopra il vecchio abitato, anziché provvedere a ripristinare e restaurare le vecchie case del borgo.

Dopo l’abbandono, l’antico paese subì un veloce e progressivo degrado sicuramente accelerato dalle condizioni climatiche silane.

La giornata del 18 febbraio 2021

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